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IL DESIGN DI GUIDO GALET : ANALISI CRITICA


I progetti presi in esame appartengono a due categorie distinte: L’OGGETTO MOBILE e L’OGGETTO CARROZZERIA O CONTENITORE.

Nella prima categoria (OGGETTO-MOBILE) fanno parte tutte le tipologie di oggetti per l’arredo della casa, dell’ufficio o altri ambienti di lavoro.  Parte della produzione di queste tipologie si svolge ancora secondo metodi di produzione artigianale o semi-industriale. E’ anche il settore dove si concentra maggiormente l’attività di Galet.

Nella seconda categoria (OGGETTO CARROZZERIA o CONTENITORE) rientrano le tipologie di oggeti con funzione di contenitore e oggetti o strumenti di lavoro con una configurazione tecnica al loro interno.
Generalmente queste tipologie sono prodotte mediante processi industriali.

Dobbiamo fare un’ulteriore considerazione in merito all’OGGETTO-MOBILE. Si possono distinguere oggetti progettati come “entità in se’”, autosufficienti, oggetti progettati esclusivamente in base a logiche di marketing e oggetti progettati in relazione all’ambiente ed allo spazio architettonico. L’approccio progettuale di Galet rientra nella seconda possibilità e cioè nella contestualizzazione dell’oggetto nell’ambiente architettonico.
E’ bene chiarire che Galet non fa dell’arredamento disegnando un oggetto per un ambiente (o luogo) bene individuato. Il suo oggetto è comunque pensato per la produzione su vasta scala ma nello stesso tempo è disegnato per essere accolto nello spazio architettonico.
L’integrazione dell’oggetto nello spazio dell’architettura avviene grazie alla comune matrice linguistica. Possiamo perciò affermare che Galet, quando disegna i suoi oggetti, si comporta da designer anche se ammette, nel suo progetto, reciproche influenze formali tra l’oggetto e l’architettura.

Per individuare la poetica o l’espressione formale nel progetto di Galet, abbiamo scelto alcuni oggetti che a nostro parere meglio riassumono gli aspetti morfologici e sintattici del suo disegno.

L’OGGETTO MOBILE
Nell’ambito della categoria dell’ “oggetto -mobile” cogliamo tre aspetti o morfemi caratterizzanti della visione plastica di Galet: il PIANO o LASTRA, la GEOMETRIA dei  POLIEDRI ed il TUBOLARE CILINDRICO.

I morfemi sono elementi morfologici che assumono significati diversi all’interno della configurazione dell’oggetto. I significati che assumono i morfemi possono essere di tipo funzionale-strutturale-plastico-spaziale (percettivo) e iconico.

L’elemento formale o morfema “piano”, con il quale sono, ad esempio, configurati i letti Volos e Ludwig, ha un significato plastico-spaziale comune al linguaggio dell’Architettura. I letti Volos e Ludwig si presentano come delle strutture al pari dei muri, scalinate, porte ecc. che concorrono a generare uno spazio architettonico.

Il morfema “lastra” lo ritroviamo nella poltrona Orsa Minore. I fianchi della poltrona sono configurati con dei “piani-lastra” e collegati da giunti arrotondati che determinano una continuità tra i vari piani. La struttura in questo modo assume una configurazione ad “U” ed ha la funzione di “avvolgere” (compattare) le parti funzionali della poltrona: i braccioli, lo schienale ed il piano della seduta, formati da cuscini imbottiti a forma di parallelepipedo. Il carattere compatto della poltrona ed il colore uniforme che lega le parti in un insieme percettivo (Gestalt) assume una forma globale che  genera nell’osservatore una sensazione rassicurante e di piacevolezza dell’insieme.

La configurazione del baule Ming è complementare alla poetica del “piano o lastra”. Il baule è disegnato come geometria del “parallelepipedo”. Le caratteristiche prismatiche e l’assenza di segni che ne indicano la funzione, rendono quest’oggetto astratto, non comunicativo. C’è solo un’indicazione che svela, ad un’attenta osservazione il carattere dell’oggetto. Le rientranze dei piani laterali e la loro differenziazione cromatica inducono a percepire la rimanente superficie, come una lastra avvolgente, che protegge qualcosa all’interno che noi non intravediamo. Ming è un oggetto minimalista, “controllato”: una  presenza discreta nello spazio architettonico.

La sedia Bernini ed i tavoli Agorà ed Iper si presentano all’osservatore non come oggetti tipologicamente denotati ma assumono una connotazione di struttura: strutture portanti nei tavoli e scheletro strutturale nella sedia. Un approccio progettuale di questo tipo , assume come riferimento la poetica della “struttura evidenziata”, e intende ribadire una verità insita nella struttura (in contrapposizione alla forma rappresentata) che non va nascosta.

Il valore espressivo di una struttura è nelle caratteristiche costruttive e funzionali.
E’ interessante notare che nel tavolo Agorà la struttura tubolare delle gambe assume anche una valenza iconica. La struttura evidenziata e l’annullamento percettivo del piano del tavolo, mediante l’uso del vetro, pone in evidenza una serie di elementi verticali che sembrano colonne di un tempio greco, senza la trabeazione ed il tetto oramai distrutti dal tempo. In questo caso ci troviamo di fronte ad un oggetto con caratteristicheevocative di memorie e di associazioni. Nella sedia Bernini l’evidenziazione della struttura ha un significato diverso.  Sono evidenti i dati  strutturali-costruttivi nella loro nudità: aste e giunti, analogamente alla morfologia modulare delle strutture reticolari. Anche il piano della seduta e dello schienale risentono della concezione strutturale, infatti i due piani suggeriscono l’immagine di due lastre tese tra la struttura. Oltre la rafinatezza del disegno, ci sembra di intravedere la problematica delle strutture tubolari e dei giunti di  Washmann. Ciò è un’ulteriore prova che Galet non lavora per formalismi fine a se’ stessi, ma opera con la coscienza della forma, sintesi di istanze diverse: strutturali, tecnologiche, ergonomiche ed economiche.
Anche per il tavolo Iper il piano di lavoro in vetro viene percettivamente annullato a favore della struttura portante. Con questa operazione viene ribaditala complessità tecnologica e funzionale dell’oggetto, di servizio ad un ambiente di lavoro moderno e sofisticato . Il tavolo Iper fa parte a pieno titolo del “Progetto di Industrial Design”.
Il progetto del Load abbina due funzioni,  quella di tavolo e di libreria in un’unità operativa. Alla configurazione unitaria delle funzioni, il designer ne contrappone una morfologicamente diversa nelle due tipologie. Ci sembra d’intendere che il designer, in questa operazione, voglia ribadire il valore poetico  insito nell’ “oggetto-geometria”, configurato in base alle caratteristiche volumetriche e plastiche dei solidi geometrici, e nell’ “oggetto-struttura” che coincide con le caratteristiche della stessa strutturalità.
A conclusione di questa rassegna  “oggetto-mobile”, rileviamo che lo spazio è la matrice del linguaggio sia nell’architettura che nell’oggetto. Questo è ridotto a pura struttura attraversata dallo spazio. Diventa così comprensibile l’uso dei materiali il vetro, le poetiche strutturali, i piani nello spazio e la morfologia formale minimalista.

L’OGGETTO MACCHINA O STRUMENTO

Prendiamo in considerazione la categoria dell’oggetto macchina o strumento progettati da Galet.
Il progetto dei rubinetti Gummy e dell’alimentatore Snoopy, sono particolarmente pertinenti all’area dell’Industrial Design, ed in particolare, all’area del Product-Design. Ci troviamo, con questi oggetti, in un ambito del designparticolarmente legato alle tecnologie ed ai procedimenti compatibili di configurazione.

L’alimentatore Snoopy è un oggetto dotato di carrozzeria che racchiude una configurazione tecnica al suo interno. La configurazione dell’oggetto è finalizzata ad una prestazione ottimale. L’ “oggetto-compatto” è dunque l’integrazione di tutti gli aspetti tecnologici, formali e funzionali nel disegno della forma d’insieme.

La configurazione ha le caratteristiche di una Gestalt o forma morfologicamente integrata.
Gummy è invece un progetto con caratteristiche di sistema che integra  una serie di oggetti per un loro uso omogeneo. La serie di miscelatori, bocche di erogazione e rubinetti, disegnati da Galet, sono l’espressione dialettica che intercorre tra la FORMA ed il MATERIALE. Il materiale è un fattore condizionante della forma, ma suggerisce anche possibilità tipologiche e formali: diventa perciò un fattore d’innovazione. Il progetto Gummy si pone in questa linea. Un nuovo materiale siliconico ha suggerito a Galet applicazioni inedite, con risultati formali sorprendenti. Con Gummy , il design di Galet, diventa innovativo e tocca l’essenza stessa del disegno industriale.
Concludiamo la nostra riflessione sul design di Guido Galet ribadendo il valore e lo scopo di questa attività per l’economia nazionale. Il design italiano è essenzialmente valore aggiunto al prodotto industriale, valore come eleganza, sobrietà, essenzialità, innovazione stilistica,  tecnologica, conosciuto ed apprezzato nel mondo come Italian Style o Made in Italy.


 
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